"Addomesticamento" di soggetti “covati e cresciuti con orientamento naturale”

daniel31990
00sabato 23 giugno 2012 16:00
La mia esperienza di "addomesticamento" con due calopsite!
Ciao a tutti, mi permetto di aprire questa discussione per riportare la mia esperienza di "addomesticamento".
Giorni addietro, girovagando per il forum, mi sono imbattuto in una discussione molto interessante dove si discuteva sull'eticità del cosìddetto "allevamento a mano", messo a confronto con quello dei soggetti cresciuti dai genitori naturali e successivamente (a svezzamento utlimato) "addomesticati" dall'uomo. Con la seconda, ma difficile e complessa pratica, si avrebbero soggetti psicologicamente equilibrati che abbiano la consapevolezza di essere pappagalli e non uomini (come invece accade quando un pullo viene "imprintato" all'essere umano).
Si commentava un articolo tedesco, tradotto da Franz 47, che ringrazio per il lavoro svolto e per aver permesso a tutti (me compreso) di riflettere.
Poco dopo però, in un altra discussione, ho letto qualche post di un veterinario (anch'egli utente del forum) che sosteneva invece che nei pappagalli non esista la fase dell'"impregnazione" (come invece è stato dimostrato accada per le oche), ma quelle successive di "apprendimento". Pertanto, lo stesso, sosteneva che avere soggetti con aspetti comportamentali problematici non sempre dipende dall'essere allevati o meno.
Io, ovviamente, non essendo etologo, nè tantomeno veterinario, mi limito a documentarmi e riflettere su questi fantastici animali.

Detto ciò, volevo raccontarvi la mia esperienza di "addomesticamento" delle mie Calopsite, e chissà che non possa essere utile a qualcuno.

All'età di circa 11 anni (oltre 10 anni fa) mi fu regalata una Calopsite "selvatica", la chiamai Batuffolo: era un lutino.
(All'epoca non sapevo nulla di pappagalli, ho iniziato a documentarmi solo da una anno)
Per mia fortuna era docilissima e con tempo e pazienza riuscii a far sì che non mi temesse.
La facevo uscire dalla gabbia (era una gabbia da cova molto piccola)alzandola e lasciando la calo sul "fondo". Ovviamente all'inizio era molto spaventata, e non potevo porle la mano o il braccio per farla salire su...così prendevo un bastone lungo all'incirca 50 cm (un ramoscello del diametro di circa 3 cm)e glielo mettevo davanti. Passata la fase della "paura", acconsentiva a salire sul bastoncino ed io, porgendogli dei semi di girasole (con la mano opposta a quella che reggeva il bastoncino) mi conquistavo giorno dopo giorno la sua fiducia. Poi la rimettevo in gabbia. Lo step successivo fu quello di farla salire, dal bastoncino alla mia mano: mettevo la mia mano tesa appena sopra il bastoncino (poco sotto il "petto" del pappo)e lei saliva. All'inizio restava solo pochi secondi, poi sempre di più.
Visse 10 anni con me (non so quanti anni avesse quando mi fu regalata).

Purtroppo quest'inverno è venuta mancare, ma la cosa straordinaria è che grazie al suo "aiuto", sono riuscito ad "addomesticare" anche la calo che avevo preso (qualche mese prima della sua morte) per farle compagnia.
La nuova calo è Stella, una calopsite perlata.
Dopo un periodo di quarantena, l'ho liberata nella mia stanza da letto. Batuffolo si comportava come sempre, mi veniva sul braccio, spalla, mangiava dalle mie mani... e lei, dopo 2-3 giorni ha iniziato ad emularlo. Poi ha iniziato a volarmi addosso autonomamente, ma non ha mai acconsentito ad essere accarezzata.
Tutt'ora viene quando vuole, va in gabbia solo ed esclusivamente per mangiare, tutto senza la minima costrizione di sorta. Se non gli va di stare sulla spalla o mano, spicca il volo e torna sull'armadio a distruggere i miei peluche [SM=x113236] [SM=x113236] [SM=x113236]

Ora Stella condivide la stanza con me, ma ha una sua vita e non dipende per nulla da me (come invece potrebbe accadere ad un allevato a mano). Vive 24 ore su 24 libera, dorme sull'armadio, vola a destra e a sinistra, viene in bagno quando ci sono, va in camera a svegliare mia madre, insomma è un componente della famiglia a tutti gli effetti pur essendo totalmente autonoma, ed equilibrata. Si fida di noi, ma non ne dipende, come sarebbe giusto auspicare da un essere che non è nato per essere un umano, ma un pappagallo. Diciamo che convive con noi, ma non è il "nostro" animale, come me che non sono il "suo padrone". Vive nella nostra casa, diciamo così [SM=x113269]

Questo d'altronde è stato possibile perchè il soggetto si prestava e le sue dimensioni erano ridotte. Non credo che avrei avuto lo stesso esito con un pappagallo di stazza maggiore, necessitando questi di maggiori spazi e non potendo quindi, essere lasciati liberi in casa.
La mia opinione giunti a questo punto, sarebbe quella di ridurre l'allevamento a mano e non praticarlo in massa per la "grande distribuzione", come si fa per l'allevamento del pollame... ma neppure lo condanno come molti di voi, poichè avere un pappagallo non allevato a mano, che non si fa "addomesticare" vorrebbe dire privarlo di quella liberà che avrebbe nella natura selvaggia, e allo stesso tempo, di quella libertà in casa di cui invece godono i soggetti allevati a mano. Un non allevato a mano, potrebbe risultare alquanto difficile da gestire (sebbene questo possa accadere anche ad uno allevato a mano), e potrebbe non accettare mai l'uomo. Se non propensi ad essere "addomesticati", per tali soggetti sarebbe molto, ma molto più difficile vivere nell'ambiente domestico e credo possano soffrire la cattività (costantemente in gabbia) in maniera molto più acccentuata rispetto ad un soggetto nato e cresciuto con gli umani, con buona pace dei "puristi". Sarebbero costretti in gabbia, non potendo essere gestiti a nostro piacimento al di fuori. Volando all'impazzata, potrebbero essere un pericolo per se stessi e per noi...che per evitare tutto ciò, saremmo "costretti" a condannarli ad una triste vita in gabbia, non avendo accettato di prendere un soggetto allevato a mano in nome di principi di per sè giusti, ma che applicati al caso concreto difficilmente (nella mia idea) trovano applicazione...
Volevo condividere questo mio pensiero con voi, ponendo l'accento su questo aspetto!
Credo che, se vogliamo ospitare un animale in casa nostra, sia solo per nostro piacere e talvolta egoismo. Pertanto, fare i filosofi e far soffrire un animale che ci "teme" in una gabbia per il resto della vita non lo trovo affatto giusto, e credo, sia proprio per questo che si alleva a mano! Di fatto, il pappagallo è un volatile e se viene “covato e cresciuti con orientamento naturale”, secondo il mio modo di vedere sarebbe giusto che possa vivere nella natura e non con l'uomo...
Il fatto che allevare a mano, raggiunta la maturità sessuale dei soggetti, possa scatenare comportamenti anomali per la specie ed inaspettati è un altro conto! Ma l'altro lato della medaglia, a mio modo di vedere non va per nulla sottovalutato...

Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere questo mio pensiero!

Questa è solo una mia personalissima opinione, e la mia esperienza con Batuffolo e Stella [SM=j2240273] [SM=j2240273]

Daniele




GUBE73
00sabato 23 giugno 2012 18:00
giusta riflessione,anch'io sono d'accordo sul fatto che tutti gli animali dovrebbero vivere nel loro ambiente naturale ,per quanto riguarda l'allevamento a mano(sopratutto di volatili) dobbiamo essere sinceri è solo una pratica per il nostro puro piacere(ciò non significa che sono contrario).
franz47
00sabato 23 giugno 2012 19:02
Grazie Daniel per averci raccontato la tua esperienza con Batuffolo e Stella. Questo conferma, se era necessario, ancor più la tesi che per avere un'ottimo rapporto con i pappagalli non occorre che siano allevati a mano. Basta dedicare tempo e pazienza, nelle fasi giuste di apprendimento, per avere questi risultati. Nemmeno io sono totalmente contrario all'allevamento a mano, ed ho più volte affermato che in casi particolari è addirittura necessario. Purtroppo oggigiorno quel "tempo e pazienza" citato sopra, viene raramente impiegato. L'allevamento a mano non è "la madre di tutti i mali" ma ne contribuisce in modo sostanzioso.

franz47
00sabato 23 giugno 2012 19:28
Ho anch'io una testimonianza da rendere. Ho con me una calo maschio da 10 anni che mi è stata regalata, Pippo. E' una calo slovacca arrivata un bel giorno, non si sa come ne da dove, sul terrazzo di mio suocero. Lui non poteva ne voleva tenerla e quindi l'ha regalata a me (è stato il mio primo pappo). Pippo ha una storia oscura e un'età sconosciuta (ritengo che abbia superato 14 anni). All'inizio era innavicinabile, sempre in allerta ed andava in panico per un nonnulla. Con il tempo (e pazienza) le cose sono migliorate (ma non molto). Oggi svolazza felice in giro per la casa ed entra nella sua gabbia per mangiare e bere, ma ancora ha la fobia delle mani. Voglio dire, anche con soggetti "difficili" esiste la possibilità di instaurare un rapporto discreto. Basta dedicarcisi!


daniel31990
00sabato 23 giugno 2012 19:43
Franz, ciò che dici io non l'ho mai messo in dubbio... ma il mio discorso è un altro.
Avendone esperienza diretta posso dirti che è bellissimo avere in casa un amico che i fida dell'uomo, pur essendo nato e cresciuto dai genitori e non da te. D'altro canto mi chiedo cosa avrei fatto se l'addomestucamento non fosse andato a buon fine...guardando Stella volare in casa delle volte mi chiedo come sarebbe felice se potesse librarsi nell'immensità del cielo, ma poi rifletto e mi dico che se aprissi quella finestra non vivrebbe una settimana!
Essendo una calopsite, in caso non fossi riuscito ad addomesticarla, avrei sempre potuto farla stare in gabbia...ma se fosse stato un cenerino? Un'amazzone? Un'ara? Non avendo una grossa voliera da esterno, come sarebbe stata la sua vita in gabbia? Senza contare il fatto della pericolosità...all'inizio si potrebbe ricevere qualche beccata o morso... e un'ara potrebbe tranquillamente staccarti un dito!
clamiva
00sabato 23 giugno 2012 20:40
daniel scusa, ma io mi sento filosofo, come dici tu, e per la mia filosofia non cerco giustificazioni e basta. è sbagliato prendere allevati a mano per duemila motivi, ed il primo di tutti è quello che è un pappagallo e non un componente della famiglia. come è sbagliato prenderli selvatici e relegarli in un metro di gabbia tutta la vita per un nostro capriccio. e non è che se è sempre libero in casa "è libero", ha solo una gabbia più grande fatta di muri.
gli animali esotici dovrebbero vivere nel loro habitat e basta, quindi, secondo me, è inutile cercare giustificazioni, perché in qualsiasi caso sarà un'errore dettato dal nostro egoismo di avere questi animali in casa pensando di farli vivere bene...
questo è il mio pensiero.
parsifal74
00sabato 23 giugno 2012 20:50
Re:
clamiva, 23/06/2012 20.40:

daniel scusa, ma io mi sento filosofo, come dici tu, e per la mia filosofia non cerco giustificazioni e basta. è sbagliato prendere allevati a mano per duemila motivi, ed il primo di tutti è quello che è un pappagallo e non un componente della famiglia. come è sbagliato prenderli selvatici e relegarli in un metro di gabbia tutta la vita per un nostro capriccio. e non è che se è sempre libero in casa "è libero", ha solo una gabbia più grande fatta di muri.
gli animali esotici dovrebbero vivere nel loro habitat e basta, quindi, secondo me, è inutile cercare giustificazioni, perché in qualsiasi caso sarà un'errore dettato dal nostro egoismo di avere questi animali in casa pensando di farli vivere bene...
questo è il mio pensiero.




Mi sento di quotarti Claudio.
daniel31990
00sabato 23 giugno 2012 21:52
Sì, ma infatti io condivido il fatto che debbano essere liberi, ma ormai il trend è questo e reintrodurre in natura soggetti nati in cattività non credo sia possibile, se non con tecniche particolari!
Bisognerebbe stravolgere tutto, tornando all'alba dei tempi...
Il mio primo allevato a mano è Peppe, e spero che cresca e viva nel migliore possibile dei modi.
E' ovvio che tenuto libero in casa non significhi essere libero, ma senza dubbio è meglio di vivere costretto in gabbia, e credo che su questo ci sia poco da obiettare!

Claudio, il tuo conuro è "selvatico", oppure allevato a mano?
La mia è una semplice riflessione e non un attacco rivolto ad alcuno (e ci mancherebbe, visto l'enorme aiuto che mi state dando)!

Mi chiedo: e se prendendo un "selvatico" questo non si abitua a noi e siamo costretti a tenerlo in gabbia? Come si può gestire un pappagallo che, proprio essendo cresciuto con i genitori e non con l'uomo, non accetta la nostra compagnia e diviene ingestibile?
Non so se stavolta sono riuscito a spiegare il mio dubbio...

Non so se sia meglio avere un pappagallo che ama vivere nell'ambiente domestico perchè cresciuto in una determinata maniera (con i problemi comportamentali che questa pratica può comportare) oppure un pappagallo "selvatico" che si sente PAPPAGALLO e soffre la cattività in maniera più accentuata, proprio grazie al suo esser stato cresciuto dai genitori naturali.

Probabilmente, la cosa giusta, sarebbe non averne di pappagalli e abbattere questo tipo di commercio... ma ciò è pura utopia!

Quindi cerchiamo di dare ai nostri pappi la vita migliore possibile, facendoli felici come possiamo HIC ET NUNC, il resto lascia il tempo che trova...

Daniele
clamiva
00sabato 23 giugno 2012 23:28
daniel, il mio conuro è allevato a mano, ed è dolcissimo, prima di lui avevo un'amazzone fronte blù che mi è scappata sempre allevato a mano, ma la mia non vuole essere né polemica e né utopia da due soldi. è solo che ogni giorno mi rendo conto di essere un'essere umano con tutti i suoi difetti, in primis egoista, ed accetto solo il fatto di esserlo, ne sono consapevole. quindi non ho bisogno di pulirmi la coscienza e so che a priori faccio una cosa sbagliata solo per soddisfare un mio desiderio, o per soddisfare il mio amore nei confronti di questi animali, ma in qualsiasi caso si tratta di egoismo. quindi onestamente per me allevato a mano o no, è sbagliato e basta, la cosa giusta sarebbe lasciarli vivere nelle loro foreste o nella loro natura. dici che non si può fare? certo che si, basta non comprarli... se non c'è domanda crolla l'offerta. da parte mia credo che questo sia il mio ultimo pappagallo, perché troppo tardi mi sono reso conto che non lo faccio vivere il più felice possibile, ma il meno infelicemente possibile. e non è la stessa cosa.
daniel31990
00domenica 24 giugno 2012 00:20
Ok, se la mettiamo su questo piano allora il discorso è diverso... il mio discorso non vuole essere un qualcosa per giustificare, la mia, nostra, scelta di avere pappagalli in casa, ma una riflessione su come agire per farli vivere il meno infelicemente possibile, come dici tu stesso.
Di fatto, ormai vengono allevati e se tu auspichi un crollo di questo mercato si dovrebbe continuamente disincentivare persone ad avere volatili di qualsiasi genere in casa, allevati a mano e non. Se crollasse la domanda, che fine pensi che farebbero le coppie di "riproduttori" in tutti quegli allevamenti dove si punta al guadagno?!?
Comunque la tua è una scelta nobile, ma maturata negli anni. E come me hai intrapreso questa avventura spinto dall'amore verso questi animali.
clamiva
00domenica 24 giugno 2012 00:52
guarda che con questo io non voglio fare la morale a nessuno, ma penso anche in ambito umano che se ami veramente qualcosa o qualcuno lo lasci libero di scegliere e non lo fai tu per lui pensando di fare il meglio.
ad una madre che andò a chiedere consigli sull'educazione da dare al proprio figlio, sigmund freud rispose "signora, faccia come crede, tanto in qualsiasi caso farà la cosa sbagliata..."
franz47
00domenica 24 giugno 2012 12:26
Al di là dell'aspetto filosofico ed etico in cui non voglio addentrarmi, visto che tutto sommato abbiamo fatto la scelta di detenere questi benedetti pappi in cattività, caro Daniel ho compreso bene i tuoi dubbi ma non sono d'accordo. Se tu avessi letto bene l'articolo al quale fai riferimento, ti saresti accorto che afferma la possibilità di ottenere gli stessi risultati di addomesticamento anche nei pappi (di qualsiasi taglia) con "orientamento naturale". Importantissima è la tempistica. Ciò che il pappo apprende durante queste fasi è irreversibile e quindi, il giusto e lo sbagliato, rimarrà per la vita.

daniel31990
00domenica 24 giugno 2012 13:32
Ho letto bene l'articolo, e ho capito quanto dici riguardo la fase dell'apprendimento. Mi piacerebbe avere però degli esempi concreti e non solo teorici... mi piacerebbe vedere una maestosa ara "addomesticata" e capire come la si riesce a gestire :-) vorrei vederlo con i miei occhi e convincermi che ciò sia possibile sempre e comunque, per pappagalli di qualsiasi taglia.
Scusate questo post un po' alla san Tommaso, ma se non vedo...
Ahahahah ;-)
franz47
00domenica 24 giugno 2012 13:40
Scusami se sono pignolo, ma è nella mia natura! L'articolo in questione non è l'opinione mia o di un solo personaggio, ma la testimonianza (vedi riferimenti) di uno stuolo di scienziati che oltre a sudiare l'aspetto teorico sull'argomento hanno fatto studi e prove sul campo! Se vuoi fare San Tommaso è una tua scelta!

daniel31990
00domenica 24 giugno 2012 13:49
Leggevo (non ricordo in quale discussione) che avevi intenzione di prendere una coppia di amazzoni non allevate a mano... le hai prese poi?
franz47
00domenica 24 giugno 2012 13:59
E' una mia decisione! Voglio avere il tempo adeguato da poter dedicare a loro, pertanto tra 1 anno e 6 mesi la coppia di amazzoni sarà da me!
Non prima! [SM=g27811]



daniel31990
00domenica 24 giugno 2012 14:11
Benissimo, allora, quando sarà, sarebbe interessante se tu aprissi una discussione dove riporti le tue esperienze, una sorta di diario di bordo. Così da dimostrare come sia possibile, a tutti i miscredenti come me e non, gestire e guadagnarsi la fiducia di 2 amazzoni :-) sarebbe utile a molti credo! E ripeto, ne è curioso uno che ha già ottenuto ottimi risultati, ma con calopsiti, che non sono di certo amazzoni! ;-)
franz47
00domenica 24 giugno 2012 14:19
[SM=g27811] promesso!
daniel31990
00domenica 24 giugno 2012 14:22
Ottimo Franz! Potresti fare da apripista per molti... ci conto eh [SM=x113250]
GUBE73
00domenica 24 giugno 2012 15:36
sul fatto che stiano meglio liberi non si discute,ma se diamo a loro tutte le attenzioni certamente non se la passano male,anche per che i soggetti nati in cattività sanno cose la libertà?si capisce quello che voglio dire?
daniel31990
00domenica 24 giugno 2012 17:07
La libertà è qualcosa di innato, nell istinto di ognuno risiede questo principio. Fa parte del giusnaturalismo, diritti naturali e, per questo innati, riconosciuti all'uomo. E il diritto alla libertà, è uno di questi, e credo lo si possa e debba estendere anche agli animali...
È qualcosa che lori indubbiamente sentono, sia "selvatici" che "allevati a mano"! Probabilmente gli "allevati a mano" ne risentiranno meno, ma va accettato anche il fatto che è probabile (ma mai certo) che siano soggetti a problemi comportamentale spesso di difficile gestione!
clamiva
00domenica 24 giugno 2012 17:20
Re:
daniel31990, 24/06/2012 13.32:

Ho letto bene l'articolo, e ho capito quanto dici riguardo la fase dell'apprendimento. Mi piacerebbe avere però degli esempi concreti e non solo teorici... mi piacerebbe vedere una maestosa ara "addomesticata" e capire come la si riesce a gestire :-) vorrei vederlo con i miei occhi e convincermi che ciò sia possibile sempre e comunque, per pappagalli di qualsiasi taglia.
Scusate questo post un po' alla san Tommaso, ma se non vedo...
Ahahahah ;-)



se è solo per questo credo di potere accontentarti. credo che l'ara militaris della nostra admin mara sia selvatica ed addomesticata...
clamiva
00domenica 24 giugno 2012 17:27
Re:
GUBE73, 24/06/2012 15.36:

sul fatto che stiano meglio liberi non si discute,ma se diamo a loro tutte le attenzioni certamente non se la passano male,anche per che i soggetti nati in cattività sanno cose la libertà?si capisce quello che voglio dire?



si capisce benissimo quello che vuoi dire, ma può essere incondivisibile. per fare un'esmpio pratico, diciamo che prendiamo un bambino appena nato e lo lasciamo vivere su un chilometro quadrato di isola, dandogli tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, e senza fargli conoscere mai il mondo esterno... ora ti\vi faccio una domanda: vivrà una vita felice, o crederà di vivere una vita felice?

Claudio Peccati
00domenica 24 giugno 2012 21:32
solo una puntualizzazione,se il veterinario cui si fa riferimento nel primo post sono io:
non ho mai detto che non c'è l'impregnazione nei pappagalli, ho detto che non esiste l'imprinting nei pappagalli e che invece c'è l'impregnazione.

daniel31990
00lunedì 25 giugno 2012 02:16
Scusi doc :-) pensavo che imprinting ed impregnazione fossero la stessa cosa!
Claudio Peccati
00lunedì 25 giugno 2012 18:48
prego.
Ma non sono la stessa cosa e questo, oltre che una questioni di termini più o meno corretti, era il punto fondamentale della discussione.



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