La mia esperienza di "addomesticamento" con due calopsite!
Ciao a tutti, mi permetto di aprire questa discussione per riportare la mia esperienza di "addomesticamento".
Giorni addietro, girovagando per il forum, mi sono imbattuto in una discussione molto interessante dove si discuteva sull'eticità del cosìddetto "allevamento a mano", messo a confronto con quello dei soggetti cresciuti dai genitori naturali e successivamente (a svezzamento utlimato) "addomesticati" dall'uomo. Con la seconda, ma difficile e complessa pratica, si avrebbero soggetti psicologicamente equilibrati che abbiano la consapevolezza di essere pappagalli e non uomini (come invece accade quando un pullo viene "imprintato" all'essere umano).
Si commentava un articolo tedesco, tradotto da Franz 47, che ringrazio per il lavoro svolto e per aver permesso a tutti (me compreso) di riflettere.
Poco dopo però, in un altra discussione, ho letto qualche post di un veterinario (anch'egli utente del forum) che sosteneva invece che nei pappagalli non esista la fase dell'"impregnazione" (come invece è stato dimostrato accada per le oche), ma quelle successive di "apprendimento". Pertanto, lo stesso, sosteneva che avere soggetti con aspetti comportamentali problematici non sempre dipende dall'essere allevati o meno.
Io, ovviamente, non essendo etologo, nè tantomeno veterinario, mi limito a documentarmi e riflettere su questi fantastici animali.
Detto ciò, volevo raccontarvi la mia esperienza di "addomesticamento" delle mie Calopsite, e chissà che non possa essere utile a qualcuno.
All'età di circa 11 anni (oltre 10 anni fa) mi fu regalata una Calopsite "selvatica", la chiamai Batuffolo: era un lutino.
(All'epoca non sapevo nulla di pappagalli, ho iniziato a documentarmi solo da una anno)
Per mia fortuna era docilissima e con tempo e pazienza riuscii a far sì che non mi temesse.
La facevo uscire dalla gabbia (era una gabbia da cova molto piccola)alzandola e lasciando la calo sul "fondo". Ovviamente all'inizio era molto spaventata, e non potevo porle la mano o il braccio per farla salire su...così prendevo un bastone lungo all'incirca 50 cm (un ramoscello del diametro di circa 3 cm)e glielo mettevo davanti. Passata la fase della "paura", acconsentiva a salire sul bastoncino ed io, porgendogli dei semi di girasole (con la mano opposta a quella che reggeva il bastoncino) mi conquistavo giorno dopo giorno la sua fiducia. Poi la rimettevo in gabbia. Lo step successivo fu quello di farla salire, dal bastoncino alla mia mano: mettevo la mia mano tesa appena sopra il bastoncino (poco sotto il "petto" del pappo)e lei saliva. All'inizio restava solo pochi secondi, poi sempre di più.
Visse 10 anni con me (non so quanti anni avesse quando mi fu regalata).
Purtroppo quest'inverno è venuta mancare, ma la cosa straordinaria è che grazie al suo "aiuto", sono riuscito ad "addomesticare" anche la calo che avevo preso (qualche mese prima della sua morte) per farle compagnia.
La nuova calo è Stella, una calopsite perlata.
Dopo un periodo di quarantena, l'ho liberata nella mia stanza da letto. Batuffolo si comportava come sempre, mi veniva sul braccio, spalla, mangiava dalle mie mani... e lei, dopo 2-3 giorni ha iniziato ad emularlo. Poi ha iniziato a volarmi addosso autonomamente, ma non ha mai acconsentito ad essere accarezzata.
Tutt'ora viene quando vuole, va in gabbia solo ed esclusivamente per mangiare, tutto senza la minima costrizione di sorta. Se non gli va di stare sulla spalla o mano, spicca il volo e torna sull'armadio a distruggere i miei peluche
Ora Stella condivide la stanza con me, ma ha una sua vita e non dipende per nulla da me (come invece potrebbe accadere ad un allevato a mano). Vive 24 ore su 24 libera, dorme sull'armadio, vola a destra e a sinistra, viene in bagno quando ci sono, va in camera a svegliare mia madre, insomma è un componente della famiglia a tutti gli effetti pur essendo totalmente autonoma, ed equilibrata. Si fida di noi, ma non ne dipende, come sarebbe giusto auspicare da un essere che non è nato per essere un umano, ma un pappagallo. Diciamo che convive con noi, ma non è il "nostro" animale, come me che non sono il "suo padrone". Vive nella nostra casa, diciamo così
Questo d'altronde è stato possibile perchè il soggetto si prestava e le sue dimensioni erano ridotte. Non credo che avrei avuto lo stesso esito con un pappagallo di stazza maggiore, necessitando questi di maggiori spazi e non potendo quindi, essere lasciati liberi in casa.
La mia opinione giunti a questo punto, sarebbe quella di ridurre l'allevamento a mano e non praticarlo in massa per la "grande distribuzione", come si fa per l'allevamento del pollame... ma neppure lo condanno come molti di voi, poichè avere un pappagallo non allevato a mano, che non si fa "addomesticare" vorrebbe dire privarlo di quella liberà che avrebbe nella natura selvaggia, e allo stesso tempo, di quella libertà in casa di cui invece godono i soggetti allevati a mano. Un non allevato a mano, potrebbe risultare alquanto difficile da gestire (sebbene questo possa accadere anche ad uno allevato a mano), e potrebbe non accettare mai l'uomo. Se non propensi ad essere "addomesticati", per tali soggetti sarebbe molto, ma molto più difficile vivere nell'ambiente domestico e credo possano soffrire la cattività (costantemente in gabbia) in maniera molto più acccentuata rispetto ad un soggetto nato e cresciuto con gli umani, con buona pace dei "puristi". Sarebbero costretti in gabbia, non potendo essere gestiti a nostro piacimento al di fuori. Volando all'impazzata, potrebbero essere un pericolo per se stessi e per noi...che per evitare tutto ciò, saremmo "costretti" a condannarli ad una triste vita in gabbia, non avendo accettato di prendere un soggetto allevato a mano in nome di principi di per sè giusti, ma che applicati al caso concreto difficilmente (nella mia idea) trovano applicazione...
Volevo condividere questo mio pensiero con voi, ponendo l'accento su questo aspetto!
Credo che, se vogliamo ospitare un animale in casa nostra, sia solo per nostro piacere e talvolta egoismo. Pertanto, fare i filosofi e far soffrire un animale che ci "teme" in una gabbia per il resto della vita non lo trovo affatto giusto, e credo, sia proprio per questo che si alleva a mano! Di fatto, il pappagallo è un volatile e se viene “covato e cresciuti con orientamento naturale”, secondo il mio modo di vedere sarebbe giusto che possa vivere nella natura e non con l'uomo...
Il fatto che allevare a mano, raggiunta la maturità sessuale dei soggetti, possa scatenare comportamenti anomali per la specie ed inaspettati è un altro conto! Ma l'altro lato della medaglia, a mio modo di vedere non va per nulla sottovalutato...
Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere questo mio pensiero!
Questa è solo una mia personalissima opinione, e la mia esperienza con Batuffolo e Stella
Daniele