Pettorina o collare

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chicca669
00venerdì 1 ottobre 2010 16:30
ciao a tutti,
volevo sapere se è meglio il collare o la pettorina.



non so decidermi [SM=x113252]



grazie
[SM=x113267]
Vale_Thio
00venerdì 1 ottobre 2010 16:48
La pettorina è di certo la migliore. La uso per il mio cane da anni e la preferisco di gran lunga,è sicura e non provoca fastidio all'amico a 4 zampe
amelie88
00venerdì 1 ottobre 2010 16:54
decisamente il collare..è cucciolo o adulto?
jokermiki
00venerdì 1 ottobre 2010 18:28
alcune pettorine in realtà vanno a sforzare su alcune parti del corpo rendendola negativa!
Vale_Thio
00venerdì 1 ottobre 2010 18:33
Bhè, dipende da che pettorina prendi!
Steve93
00venerdì 1 ottobre 2010 18:43
Secondo me è in base al cane, con un cane piccolo la pettorina è ottima, ma non direi la stessa cosa con un cane di grossa taglia!
jokermiki
00venerdì 1 ottobre 2010 18:45
si,penso dipenda dal cane e dalla petterina,alcune schiacciano sul torace e per un cane che tira molto non è il massimo!
chicca669
00sabato 2 ottobre 2010 09:42
grazie mille e tutti
oggi quandovado dal vet gli chiedo se per lui va bene la pettorina è meglio il collare


ciao ciao e ancora grazie [SM=x113267]
unidog
00domenica 17 ottobre 2010 17:30
Una buona pettorina, ormai in addestramento non uso quasi più i collari. Sicuramente non prendere un collare a strangolo (quelli a catena). Se proprio opti per il collare, prendine uno fisso di nylon, ma ribadisco la mia preferenza per la pettorina!
Filippo1997
00lunedì 1 novembre 2010 12:47
Io ti consiglio le pettorina, ma devi fare attenzione a prenderne una buona perchè alcune creano dei problemi ai gomiti
chicca669
00venerdì 28 gennaio 2011 17:13
scusate se non vi ho risposto ma ho avuto dei problei con il pc

il vet mi ha detto che visto che è un cane che tira e tirerà molto finchè non di sarà imparatoa stare al piede è meglio utilizzare l apettorina in modo che non abbia dei problemi all' esofago
Mi ha anche detto che pero alcune pettorine possono causare l' allargamento dei gomiti e quindi mi ha consigliato la pettorina svedese

www.canidacuccia.it/wp-content/uploads/2009/02/pettorinado...


Ciao

chicca669
00venerdì 28 gennaio 2011 17:19
paco XD
00venerdì 28 gennaio 2011 19:22
pensa che a me mi hanno proprio detto che è meglio il collare per fare imparare al cane ad andare al guinzaglio...
comunque, se te l'ha consigliato il vet... credo proprio vada bene la pettorina :)
acanthurus
00sabato 29 gennaio 2011 09:26
Decisamente pettorina ed a maggior ragione se tira molto.
Ci sono delle pettorine, non riesco a trovarla al momento una foto, che hanno il gancio dove leghi il guinzaglio che scorre orizzontalmente cambiando il baricentro del cane inducendolo a non tirare.
Purtroppo ci sono molti che sostengono che il collare a strozzo è il miglior rimedio per un cane che tira ma posso assicurarvi che ben presto si abitua anche ai grandi traumi che provoca un collare a strozzo e continua a tirare lo stesso.
E' ovvio che la sola pettorina non risolve il problema.


frenchy82
00lunedì 28 febbraio 2011 14:09
sicuramente meglio la pettorina, il collare può essere doloroso!
elberethwood
00domenica 17 luglio 2011 18:58
Pettorina ad H,assolutamente!
Per svariati motivi:
innanzi tutto sentirsi tirare per il collo oltre ad essere fastidioso e doloroso per qualsiasi animale,può essere perfino pericoloso soprattutto nei cuccioli.E anche se il cane non tira può capitare che una volta finisca per fare uno scatto per un qualsiasi motivo.Può causare danni alla trachea,alle vertebre,alla laringe,alla tiroide,ai muscoli e perfino al nervo ottico.
Il collo è,nel cane,un'area molto sensibile e delicata,ma anche deputata alla comunicazione.I cani comunicano molto esponendo il collo e il collare impedisce una corretta comunicazione.
Può succedere che un cane finsica per tirare ancora di più nel momento in cui si sente tirato per il collo e questo può solo andare a creare ancora più problemi quando il cane interagisce con altri cani e magari il loro atteggiamente non è positivo.Penso che sia abbastanza semplice capire che sentirsi strozzare possa fare irritare.Provate su di voi e vedete cosa si prova.
Poi il collare fa assumere al cane,durante l'interazione con altri cani,una posizione aperta e assertiva anche se non vorrebbe.
Infine gli strattoni al collo possono essere considerati dal cane una minaccia che il loro proprietario rivolge loro.
Da evitare la pettorina scapolare,che crea una V passando sotto le ascelle del cane.Può creare problemi alle zampe.
Ottima invece la pettorina ad H,che passa sul petto e gira intorno al costato,chiudendosi con due ganci ai due lati della schiena.Lascia maggiore possibilità di movimento e quando dobbiamo fargliela indossare non occorre manipolare il cane eccessivamente,cosa che può dare fastidio a certi cani più timidi.
Il guinzaglio comunque non deve mai essere usato per tracinare il cane,che va richiamato a voce o con un gesto.Esso deve diventare la cintura di sicurezza del cane,che impedisce cha vada nei pericoli,non lo strumento per spostarlo e costringerlo.

Sto per diventare educatore cinofilo con approccio cognitivo-zooantropologico,un approccio che mira a creare una relazione basata sulla fiducia tra cane e proprietario,evitando qualsiasi tipo di costrizione e facendo in modo,piuttosto,che il cane usi la sua mente per comprendere!Se volete chiarimenti o altri consigli scrvetemi pure!
Rio.97
00lunedì 22 agosto 2011 13:26
io prenderei la pettorina...
omar(80)
00domenica 30 ottobre 2011 21:05
Re:
elberethwood, 17/07/2011 18.58:

Pettorina ad H,assolutamente!
Per svariati motivi:
innanzi tutto sentirsi tirare per il collo oltre ad essere fastidioso e doloroso per qualsiasi animale,può essere perfino pericoloso soprattutto nei cuccioli.E anche se il cane non tira può capitare che una volta finisca per fare uno scatto per un qualsiasi motivo.Può causare danni alla trachea,alle vertebre,alla laringe,alla tiroide,ai muscoli e perfino al nervo ottico.
Il collo è,nel cane,un'area molto sensibile e delicata,ma anche deputata alla comunicazione.I cani comunicano molto esponendo il collo e il collare impedisce una corretta comunicazione.
Può succedere che un cane finsica per tirare ancora di più nel momento in cui si sente tirato per il collo e questo può solo andare a creare ancora più problemi quando il cane interagisce con altri cani e magari il loro atteggiamente non è positivo.Penso che sia abbastanza semplice capire che sentirsi strozzare possa fare irritare.Provate su di voi e vedete cosa si prova.
Poi il collare fa assumere al cane,durante l'interazione con altri cani,una posizione aperta e assertiva anche se non vorrebbe.
Infine gli strattoni al collo possono essere considerati dal cane una minaccia che il loro proprietario rivolge loro.
Da evitare la pettorina scapolare,che crea una V passando sotto le ascelle del cane.Può creare problemi alle zampe.
Ottima invece la pettorina ad H,che passa sul petto e gira intorno al costato,chiudendosi con due ganci ai due lati della schiena.Lascia maggiore possibilità di movimento e quando dobbiamo fargliela indossare non occorre manipolare il cane eccessivamente,cosa che può dare fastidio a certi cani più timidi.
Il guinzaglio comunque non deve mai essere usato per tracinare il cane,che va richiamato a voce o con un gesto.Esso deve diventare la cintura di sicurezza del cane,che impedisce cha vada nei pericoli,non lo strumento per spostarlo e costringerlo.

Sto per diventare educatore cinofilo con approccio cognitivo-zooantropologico,un approccio che mira a creare una relazione basata sulla fiducia tra cane e proprietario,evitando qualsiasi tipo di costrizione e facendo in modo,piuttosto,che il cane usi la sua mente per comprendere [SM=x113231] !Se volete chiarimenti o altri consigli scrvetemi pure!



[SM=g27812] Scusa l'intromissione, ma non mi trovi assolutamente daccordo
non puoi generalizzare in questo modo ci sono troppe variabili in gioco. Non sai di che cane si tratta: razza,età, carattere;
non sai con che persona stai parlando inteso come livello d'esperienza,non sai in che tipo di addestramento lo voglia iniziare e non sai in ultimo e probabilmente il + importante se ha intenzione in futuro di affidarlo ad un profesionista per affinare ciò ch' è stato iniziato.
Dico solo che i consigli e gli aiuti sono sinonimo di cordialità e altruismo, ma...........attenzione quando si parla di addestramento con i neofiti......hai presente il boomerang!!! [SM=g27816]




elberethwood
00mercoledì 2 novembre 2011 10:59
Re: Re:
omar(80), 30/10/2011 21.05:



[SM=g27812] Scusa l'intromissione, ma non mi trovi assolutamente daccordo
non puoi generalizzare in questo modo ci sono troppe variabili in gioco. Non sai di che cane si tratta: razza,età, carattere;
non sai con che persona stai parlando inteso come livello d'esperienza,non sai in che tipo di addestramento lo voglia iniziare e non sai in ultimo e probabilmente il + importante se ha intenzione in futuro di affidarlo ad un profesionista per affinare ciò ch' è stato iniziato.
Dico solo che i consigli e gli aiuti sono sinonimo di cordialità e altruismo, ma...........attenzione quando si parla di addestramento con i neofiti......hai presente il boomerang!!! [SM=g27816]








Scusa,ma già solo parlare di addestramento mi fa rizzare i capelli sulla testa.
Possibile che una persona prenda un animale per usarlo come fosse un oggetto per appagare un suo desiderio?E lo debba addestrare,sottomettendolo al proprio volere (perchè è quello che succede,che si voglia o no,quando si pretende una performance di qualsiasi tipo),senza domandarsi quello che desidera lui?
Procurare dolore o fastidio,costringere a fare qualcosa,usare metodi coercitivi (strattoni,sgridate,pacche ecc) sono tutte cose che andrebbero considerate maltrattamenti perchè è esattamente quello che sono.
Purtroppo ci sono ancora molti proprietari di cani che,per ignoranza o perchè guidati da persone che usano metodi coercitivi,finiscono per maltrattare i propri animali.C'è ancora chi pensa che al cane fa piacere sottomettersi,essere picchiato e fare quello che dice il padrone (che poi padrone è un'altra di quelle parole da abolire a mio parere,perchè nessuno è padrone della vita di un'altra creatura).E invece i cani sopportano,ma di sicuro non ne sono felici. [SM=x113238]
Qualsiasi animale va rispettato per quello che è e va trattato con dignità e amore.Uno dei diritti fondamentali degli animali è quello di essere libero da dolore e sofferenza di qualsiasi tipo.

Visto che siamo in un forum sui pappagalli mi domando:perchè non mettiamo il collare invece della pettorina ai nostri pappagalli?Perchè non li sgridiamo dandogli una bella sberla quando fanno qualcosa che non vogliamo?Perchè non li costringiamo a fare qualche attività che loro non vorrebbero fare,addestrandoli come dei soldati e punendoli se non ubbidiscono?

Perchè i pappagalli hanno diritto ad un trattamento migliore dei cani?
La pettorina è più rispettosa rispetto al collare.Ci sono maree di studi al riguardo.Se uno vuole ignorare tutto questo è libero di farlo,ma deve essere consapevole di non aver fatto la scelta migliore per il benessere del proprio cane.




omar(80)
00mercoledì 2 novembre 2011 13:38
Avevo il presentimento, adesso ne ho la conferma che non hai la minima idea di ciò che dici!!!!
1° E' impensabile anche solo pensare di paragonare il pappa ai cani o ancora peggio ai cavalli: quest'ultimi vengono selezionati da 3000 anni: ribadisco SELEZIONATI dall'uomo "non esistono cani e cavalli selvatici"per adempiere a mansioni x lui difficili o addirittura impossibili, il pappa ha una selezione di quanto 100 anni, forse neanche, principalmente per bellezza e predisposizione alla riproduzione
2°I cani e i cavalli sono gregari, cioè vivono in gruppi numerosi dove la comunità stessa elegge il capobranco,con determinate caratteristiche,non credere che sia il più forte inteso come aggressivo, xè se così fosse alla prima occasione che la sua indole dovesse mettere a repentaglio la sicurezza della comunità sarebbe immediatamente ucciso.
3° Propio x la predisposizione GENETICA alla sottomissione che l'uomo ha potuto SELEZIONARE questi animali, con tante differenze caratteriali per usarle a suo beneficio.
4° L'animale con predisposione genetica alla sottomissione è più "felice" usando un tuo termine umano, cosa x noi etologi già di x se assurda, vive meglio insomma,xè non deve pensare alla sicurezza del branco, al cibo, agli accoppiamenti, a far rispettare le gerarchie e x questo meno stressato.E' scentificamente provato che un soggetto che occupa una media bassa posizione nel branco vive in media il doppio.Ti spiego un'altra cosa: ovviamente non tutti gli animali possono fare il capobranco si parla di 1su10, così comprendi il xè i canili sono così affollati. Un soggetto non predisposto che vive in una normale famiglia umana, non opportunamente addestrato alla sottomissione, si vedrà obbligato dalla sua predisposizione genetica a caricarsi sulle propie spalle tutte queste responsabilità e non avendone le caratteristiche che succede?.....succede che il piccolo e tenero cagnolino sarà instabile psicologicamente e morderà la nonna, il bimbo, non ti farà avvicinare al divano da lui scelto come SUO,al guinzaglio aggredirà chiunque LUI riterrà da sottomettere cani e persone comprese.
4° Non capisco xè addstramento e sottomissione debba significare violenza e coercizione: mai sentito parlare di metodi naturali,ETOLOGICI? Purtroppo l'italia è indietro anni luce su questi approcci e per questo sono daccordo con te c'è ancora troppa violenza e ignoranza, il mio lavoro è propio far conoscere tali metodi, ma è dura!!!comunque nell'ultimo decennio tanto è cambiato e siamo davvero speranzosi.
Non si è mai visto che con un collare uno debba strttonare un cucciolo o ancora peggio un puledro.Al collare si arriva x gradi dopo un lungo periodo di conscenza,facendo conoscere all'animale l'oggetto e il suo uso.I danni al collo,alle corde vocali da te citati sono propio le cause di un pessimo addestramento ricevuto.
5° La benedetta pettorina......và benissimo per cagnolini di piccola taglia opportunamente EDUCATI "dico questo xè rieduco molti più cagnolini piccoli che di grossa taglia", ma scordatela per i media e i grossa taglia, almenoche non sia un professionista ad usarla.
Il cane inquanto predatore ha un'approccio frontale,và avanti con la testa insomma e il collare èl'unico attrezzo utile x richiamare la sua attenzione,ma non tirandolo e strozzando come hai scritto, si usa solo il mignolo non la mano e tanto meno il braccio,cioè la stessa forza che imprimi all tastiera del computer.Spiegare queste cose scrivendole non è semplice, molto più facile sarebbe dimostrarle di persona...........non c'è x forza del marcio ovunque, l'uomo fà anche tante cose con amore e i risultati sono davvero da vedere coi propi occhi x crederli possibili!!!!

omar(80)
00mercoledì 2 novembre 2011 13:39
troppo lungo!
elberethwood
00mercoledì 2 novembre 2011 18:38
Chiedo scusa,ma visto che ti occupi di metodi naturali,sai cos'è l'approccio cognitivo zooantropologico?Sai chi è Roberto Marchesini (autore per altro di diversi libri)?
Tutto quello che hai scritto lo so benissimo,ma noi lavoriamo sulla relazione,sull'allineamento...Conosco un'infinità di cani,anche problematici e di grossa taglia (io stessa ho due molossi),che col collare erano più aggressivi e tiravano di più rispetto che con la pettorina ad H.Il collare,proprio perchè fa leva sul collo,fa assumere per forza di cose (anche se vuole solo raggiungere l'altro cane e non mostrarsi assertivo) al cane una posizione assertiva,con il peso sulla parte anteriore del corpo con conseguente lettura scorretta della comunicazione dell'altro cane.La pettorina invece gli impedisce di assumere questa posizione assertiva pur non volendolo con conseguenti meno fraintendimenti con altri cani.
Inoltre anche se un cane non tira normalmente,può sempre capitare che prenda degli strattoni,vuoi perchè si ferma e noi non ci accorgiamo,vuoi perchè vede un insetto,un gatto che corre o altro.
Altra cosa:il cane non è stato selezionato per essere maltrattato e come tutti gli animali prova dolore,disagio,fastidio.Un conto è prendere il giusto ruolo di guida,di "capo branco" e un conto è non tenere conto del suo benessere fisico e psicologico.

Ho visto un fantastico metodo di doma etologica con asini e cavalli:per quanto sia etologica si tratta comunque di imporre il nostro volere all'animale.
E parlando di cavalli si apre un altro mondo...
Al giorno d'oggi la gente è ancora convinta che ai cavalli piaccia essere cavalcati,fare le gare,portare morso o filetto...Con l'approccio zooantropologico è il cavallo a decidere se desidera o meno essere montato e se non vuole nessuno lo costringe.Questo è rispetto.
L'uomo ha sempre il bisogno di sottomettere,di costringere al proprio volere altri animali e anche altre persone.

Ah,il termine "felice" non è un termine umano,perchè si sa che gli animali provano come noi le emozioni base,tra cui la gioia (felicità appunto).

Un animale va rispettato come animale,al di là del fatto che è stato selezionato dall'uomo.Sono pochi i cani che cercano di assumere il ruolo di capobranco rispetto all'uomo (nessuno dei miei 5 cani ci ha mai provato,per esempio).Non si può ridurre la natura del cane alle gerarchie che naturalmente instaura all'interno del suo branco misto.
I problemi comportamentali non si riducono a questo.

La zooantropologia è ancora più avanti rispetto ai famosi approcci addestrativi naturali o la doma dolce,che prevedono comunque una forzatura (il cane deve fare quello che chiediamo sempre e comunque,sedersi sempre,stare zitto sempre,stare in resta per tutto il tempo che chiediamo come un robot che esegue i nostri ordini...Questo nei lupi non succede.Il capo branco non chiede cose inutili del genere ai soggetti gregari) e il cavallo deve subire il filetto o il morso nella bocca e farsi cavalcare da chiunque.

E' necessario ricordare che qualsiasi animale ha una serie di caratteristiche di specie ma ha anche una sua soggettività,delle sue preferenze,delle cose che ama o meno fare.Se la gente riuscisse a capire che quello che ha in casa è un soggetto in tutto e per tutto,che prova emozioni e desideri e smettesse di pensare solo a quanto è figo avere il cane che obbedisce sempre facendoci sentire dei re,il grado di benessere degli animale aumenterebbe.
E non centra nulla l'essere o meno capo branco.Il benessere è un diritto dell'uomo come del cane,del cavallo,del coniglio,del pappagallo.
Il dolore fisico non lo dovrebbe provare nessuno.Niente giustifica il maltrattamento.Se una persona mi costringesse a fare qualcosa che non desidero fare (e non parlo naturalmente di cose necessarie per salvaguardare la mia incolumità e salute) sarebbe un maltrattamento.Lo è per noi come per gli animali,dato che tutti proviamo emozioni.

Ma questa è una visione zooantropologica del mondo,da cui la maggior parte degli approcci si discosta ancora fin troppo.
Visto che io sono solo una portavoce di questo approccio (ci lavoro ogni giorno coi miei 50 animali e ho costituito un'associazione che ha come obbiettivo la diffusione stessa di questo approccio),ti invito a leggere i testi di Marchesini e smetto di rispondere in questa discussione per non creare ulteriori polemiche.

In ogni caso,prima di giudicare qualcuno dicendo che non ha idea di quello che dice,occorre ricordare che nessuno dovrebbe permettersi di giudicare una persona che non conosce e men che meno lo dovrebbe fare in un forum,dove inevitabilmente quello che si scrive non è uguale a quello che si dice a voce e i fraintendimenti sono all'ordine del giorno,come infatti è successo in questo caso.
Io non mi permetto di giudicare.Espongo il mio punto di vista in modo tranquillo e non ho nessun bisogno di esprimere un giudizio negativo su di te e offenderti.





franz47
00mercoledì 2 novembre 2011 19:38
Chissà perchè ma mi dispiacerebbe se questa discussione venisse fatta cadere. Non sono affatto un guerrafondaio, mi auguro pertanto che si rimanga nei binari di uno scambio di opinioni in termini civili e corretti. Ma trovo interessantissimo l'argomento e le assunzioni di due scuole diverse (che leggendo fra le righe tanto diverse poi non mi sembrano). Per non andare OT si dovrebbe magari spostare in "quattro chiacchere tra amici" con la seria intenzione di farla rimanere veramente tra amici.

Franz [SM=g27811]
calimero72
00giovedì 3 novembre 2011 11:06
Re:
franz47, 02/11/2011 19.38:

Chissà perchè ma mi dispiacerebbe se questa discussione venisse fatta cadere. Non sono affatto un guerrafondaio, mi auguro pertanto che si rimanga nei binari di uno scambio di opinioni in termini civili e corretti. Ma trovo interessantissimo l'argomento e le assunzioni di due scuole diverse (che leggendo fra le righe tanto diverse poi non mi sembrano). Per non andare OT si dovrebbe magari spostare in "quattro chiacchere tra amici" con la seria intenzione di farla rimanere veramente tra amici.

Franz [SM=g27811]




Ottimo intervento !!!! [SM=g27811]


Atlacqu
00giovedì 3 novembre 2011 11:35
Mi permetto di intromettermi,poichè ho e ho avuto dei cani.La discussione che portate avanti mi ricorda la disputa di fanciulli che ritengono il propio papa' più bravo dell'altro!!!! Per la mia esperienza,i cani vanno trattati o educati come i propi figli, niente è giusto o sbagliato,devono crescere e vivere, svolgere i loro doveri e usufruire dei loro diritti;quindi dipende dal loro carattere, se per poter vivere in comunita'(quindi con delle regole)e sufficente la pettorina o il collare!Il cane per me è come un figlio,e...se non capisce la necessità con un metodo si usa un'altro, ma deve capire!
Certo,qualcuno può dire di non tenerlo, ma se è sottratto da un canile o da una conceria o da un ristorante.....
omar(80)
00giovedì 3 novembre 2011 11:53
Bion giorno a tutti!
Sono daccordissimo ad uno scambio di opinioni, come credo si sia basata dall'inizio la discussione.Se ti ho offeso,me ne scuso, non era mia intenzione, ma continuo a non capire I'm sorry sono un pò gnucco di natura.
Non capisco cosa intendi col dire che bisogna preservare i voleri dei cani e lasciare a loro la decisione di fare o non fare una determinata azione..........la trovo di un'ipocrisia sconcertante:
tu detieni un'animale cane,gatto, cavallo e pappa che sia in casa in completa anarchia tutti bradi e liberi di mangiare dove e come e quando lo desiderano, di uccidersi lun l'altro, di defecarti nel letto e di mozzicare chi gli aggrada? Xè diversamente va contro i tuoi principi giusto? Se non è così gli hai insegnato tramite addestramento a non farlo..........
I tuoi cani vivono in armonia tra loro xè riconoscono in Te il capobranco, e non mi spiattellare che non c'è una gerarchia ben distinta tra loro, xè non me la bevo.......almeno che non siano tutti castrati, sterilizzate e che vivono divisi tra loro...è cosa INNATURALE!!!! Hai cavalli sicuramente se venisse chiesto di vivere liberi in branco o di portare sulla schiena un peso con un filetto in bocca, sono daccordo "non ci và un nobel" sceglierebbe di correre libero.........ma il mondo perfetto non è questo purtroppo, l'uomo e lessere che prevale, punto. che ci piaccia o no! la cosa che si può fare e cercare di far vivere qst animali nel modo + ETOLOGICO possibile. Io vivo in una città che da sempre nei secoli è stata sinonimo di cavalli, ti puoi immaginare 10 anni fà quando ho iniziato a parlare di preservare al massimo la natura del cavllo:mi danno del folle ancora adesso. I miei cavalli lavorano tutti i giorni e lo fanno anche bene,xè vivono LIBERI e non chiusi in box 3x3 come tutti i loro simili, ci metto un'ora x ripulirli, ma vuoi mettere a livello psichico........di rendimento! E ti assicuro che quando li chiamo x sellarli "ribadisco" tutti i giorni, sono "felici" di venire a lavorare...... e sai xè? xè si sentono parte di qualcosa hanno uno scopo nella vita sono utili al branco.Sono stato diverse volte nelle associazioni che salvano animali maltrattati, ed è giusto che ci siano "anzi grazie a dio", xò come stanno sti animali? tutti all'interno di paddock immensi, buttati a loro stessi con il terrore dell'uomo, senza scopo, con gli occhi spenti aspettando la morte!
Sinceramente "credo" siano + felici i miei che lavorano, ho preso dei cavalli con problematiche e diffidenza a dei livelli che mi vergogno io stesso, dopo tanti mesi e addirittura anni di lavoro ritornano VIVI,con occhi brillanti felici di servirmi.Tu qst chiamalo sfruttamento, io lo chiamo far parte di un branco, tutti UTILI!
Ho ordinato il libro che mi hai consigliato, ti farò sapere.
Grazie x l'attenzione
franz47
00giovedì 3 novembre 2011 15:31
Grazie Omar. Non credo proprio che Elberethwood intendesse lasciare in completa anarchia gli animali, tutt'altro! E' il modo di interagire con loro che è diverso. Ho scoperto questo articolo sulla zooantropologia. Leggiamolo insieme e cerchiamo di capirci qualcosa e magari discutiamolo:

"Alla fine degli anni Ottanta prende avvio una nuova disciplina, la zooantropologia, che ha come obiettivo di ricerca lo studio del rapporto uomo-animale negli eventi interattivi e relazionali e la valutazione dei contributi apportati all’uomo da questa relazione. Fondamento della ricerca zooantropologica è il ritenere che non sia possibile comprendere l’uomo nelle sue caratteristiche ontogenetiche e culturali prescindendo dal contributo referenziale offerto dall’alterità animale.
Concetto chiave = comprendere i predicati dell’uomo attraverso la relazione con l’alterità animale. La zooantropologia ritiene l’eterospecifico come soggetto, ossia entità in grado di dialogare con l’uomo, e come diverso, ossia come entità capace di contaminare l’uomo.
Parola chiave = “referenza animale” come valore-contributo apportato dall’alterità animale in dialogo. La referenza animale è pertanto il presupposto più importante e l’obiettivo focale della ricerca zooantropologica. Per tale motivo possiamo dire che la zooantropologia è lo studio della referenza animale. Per la zooantropologia pertanto è necessario salvaguardare il titolo di alterità all’eterospecifico rispettando i suoi caratteri di soggettività (non reificare ovvero trasformare l’eterospecifico in oggetto), di diversità dall’uomo (non antropomorfizzare l’eterospecifico), di peculiarità (non leggere l’animale come cifra). Solo il titolo di alterità dà voce all’animale ovvero gli riconosce quella specificità che sta alla base del suo potenziale di referenza.
Concetto chiave di ordine applicativo = maggiore è l’attribuzione-riconoscenza di alterità (soggettività, diversità, peculiarità) maggiori saranno le possibilità di referenza.
La nascita della zooantropologia rappresenta un evento significativo nel panorama di analisi del rapporto uomo-animale, inserendosi a pieno titolo in quella marcia di avvicinamento alla conoscenza dell’alterità animale inaugurata dall’evoluzionismo darwiniano e proseguita dalla ricerca delle scienze comportamentali e cognitive.
Con la zooantropologia si iniziano infatti a studiare i fattori che guidano il rapporto dell’uomo con le altre specie - e in particolare:

le direttrici orientative e affiliative verso l’alterità animale,
piani e i significati della relazione interspecifica,
le dimensioni di interscambio e transazione che si vengono ad attivare in tale rapporto,
le conseguenze antropo-poietiche (ovvero di costruzione dell’identità umana) dell’incontro-confronto con l’eterospecifico.
Conoscere l’ampia gamma di rapporti e di rimandi che ci legano all’alterità animale è molto importante, perché offre un piano articolato di interpretazione circa il nostro bisogno di riferirci all’animale per realizzare in pieno le nostre qualità (predicati). Studiare il piano relazionale di rapporto con l'eterospecifico significa individuare un nuovo orizzonte di spiegazione e di applicazione che vada oltre il consueto “utilizzo dell’animale oggetto” – dall’eclatante uso strumentale-performativo fino alle forme meno esplicite di uso simbolico-transizionale – o il più insidioso “utilizzo surrogatorio” dell’animale sostituto di un essere umano assente, dove accanto all’antropomorfizzazione vi è la negazione della specificità dell’animale e del bisogno dell’uomo proprio della diversità animale. Tracciare un profilo del ruolo ricoperto dall'alterità non-umana in ogni momento della vita dell'individuo, significa come prima cosa ammettere che l'animale abbia un posto preciso nell'ontologia umana.
Presupposto della zooantropologia = non surrogabilità della referenza animale ossia considerare la relazione uomo-animale e la referenza che ne consegue un contributo non sostituibile. Tale assunzione implica di conseguenza l'adoperarsi per capire le caratteristiche di questa funzione e le possibili applicazioni. Per la zooantropologia perdere la relazione con l’alterità animale significa gettare un’ipoteca sull’antropo-poiesi.

D’altro canto con la zooantropologia non solo si diminuisce la distanza che separa la nostra specie dalle altre ma si afferma il carattere insostituibile della presenza animale nella vita dell’uomo o, meglio, nella definizione dell’essere umano. Prende corpo cioè l’idea che la referenza animale sia indispensabile per la realizzazione della persona nelle sue diverse componenti espressive, formative e assistenziali. Se pertanto la biologia evoluzionista ha rivendicato un legame filogenetico tra uomo e animale, la zooantropologia sottolinea un nesso altrettanto forte, ma questa volta di tipo ontogenetico, posto nel cuore stesso del nostro essere umani: nel divenire uomo."

Franz
omar(80)
00giovedì 3 novembre 2011 15:55
L'ho letto anch'io www.tecalibri.info/M/MARCHESINI-R_manuale.htm ma non ciò capito un c! non sono abbastanza intelligente.........ho frequentato l'alberghiera non il classico!
io vorrei + semplicemente ed era la mia volontà fin dall'inizio,lo si legge tra le righe del mio sarcasmo che mi spiegasse a livello pratico
come interagisce con l'animale x fargli comprendere determinati comportamenti,ma sopratutto capire il xè si debba cavalcare un concetto puramente filosofico creando nella testa delle persone una gran confusione.Lo so anch'io che i suoi animali non vivono in anarchia assoluta, x qst vorrei saper come ha fatto ad educarli se attende che "a loro gli vada di farlo" senza servirsi del rafforzo positivo. Spiegami qst e non vado oltre.............please
franz47
00giovedì 3 novembre 2011 16:15
Bè se è per questo io sono ing. edile e tutt'altro che "classico", però ammetto non è facile da capire senza una dimostrazione pratica. Forse il sunto di tutto lo si intuisce nell'ultimo paragrafo.
Comunque "il dado è tratto, ad Elbe...l'ardua risposta"(libero adattamento [SM=x113218] )
PS. Per quanto ne sò, Elbe adotta il rinforzo positivo con i pappi, quindi.....

Franz
calimero72
00giovedì 3 novembre 2011 18:13
Re:
franz47, 03/11/2011 15.31:

Grazie Omar. Non credo proprio che Elberethwood intendesse lasciare in completa anarchia gli animali, tutt'altro! E' il modo di interagire con loro che è diverso. Ho scoperto questo articolo sulla zooantropologia. Leggiamolo insieme e cerchiamo di capirci qualcosa e magari discutiamolo:

"Alla fine degli anni Ottanta prende avvio una nuova disciplina, la zooantropologia, che ha come obiettivo di ricerca lo studio del rapporto uomo-animale negli eventi interattivi e relazionali e la valutazione dei contributi apportati all’uomo da questa relazione. Fondamento della ricerca zooantropologica è il ritenere che non sia possibile comprendere l’uomo nelle sue caratteristiche ontogenetiche e culturali prescindendo dal contributo referenziale offerto dall’alterità animale.
Concetto chiave = comprendere i predicati dell’uomo attraverso la relazione con l’alterità animale. La zooantropologia ritiene l’eterospecifico come soggetto, ossia entità in grado di dialogare con l’uomo, e come diverso, ossia come entità capace di contaminare l’uomo.
Parola chiave = “referenza animale” come valore-contributo apportato dall’alterità animale in dialogo. La referenza animale è pertanto il presupposto più importante e l’obiettivo focale della ricerca zooantropologica. Per tale motivo possiamo dire che la zooantropologia è lo studio della referenza animale. Per la zooantropologia pertanto è necessario salvaguardare il titolo di alterità all’eterospecifico rispettando i suoi caratteri di soggettività (non reificare ovvero trasformare l’eterospecifico in oggetto), di diversità dall’uomo (non antropomorfizzare l’eterospecifico), di peculiarità (non leggere l’animale come cifra). Solo il titolo di alterità dà voce all’animale ovvero gli riconosce quella specificità che sta alla base del suo potenziale di referenza.
Concetto chiave di ordine applicativo = maggiore è l’attribuzione-riconoscenza di alterità (soggettività, diversità, peculiarità) maggiori saranno le possibilità di referenza.
La nascita della zooantropologia rappresenta un evento significativo nel panorama di analisi del rapporto uomo-animale, inserendosi a pieno titolo in quella marcia di avvicinamento alla conoscenza dell’alterità animale inaugurata dall’evoluzionismo darwiniano e proseguita dalla ricerca delle scienze comportamentali e cognitive.
Con la zooantropologia si iniziano infatti a studiare i fattori che guidano il rapporto dell’uomo con le altre specie - e in particolare:

le direttrici orientative e affiliative verso l’alterità animale,
piani e i significati della relazione interspecifica,
le dimensioni di interscambio e transazione che si vengono ad attivare in tale rapporto,
le conseguenze antropo-poietiche (ovvero di costruzione dell’identità umana) dell’incontro-confronto con l’eterospecifico.
Conoscere l’ampia gamma di rapporti e di rimandi che ci legano all’alterità animale è molto importante, perché offre un piano articolato di interpretazione circa il nostro bisogno di riferirci all’animale per realizzare in pieno le nostre qualità (predicati). Studiare il piano relazionale di rapporto con l'eterospecifico significa individuare un nuovo orizzonte di spiegazione e di applicazione che vada oltre il consueto “utilizzo dell’animale oggetto” – dall’eclatante uso strumentale-performativo fino alle forme meno esplicite di uso simbolico-transizionale – o il più insidioso “utilizzo surrogatorio” dell’animale sostituto di un essere umano assente, dove accanto all’antropomorfizzazione vi è la negazione della specificità dell’animale e del bisogno dell’uomo proprio della diversità animale. Tracciare un profilo del ruolo ricoperto dall'alterità non-umana in ogni momento della vita dell'individuo, significa come prima cosa ammettere che l'animale abbia un posto preciso nell'ontologia umana.
Presupposto della zooantropologia = non surrogabilità della referenza animale ossia considerare la relazione uomo-animale e la referenza che ne consegue un contributo non sostituibile. Tale assunzione implica di conseguenza l'adoperarsi per capire le caratteristiche di questa funzione e le possibili applicazioni. Per la zooantropologia perdere la relazione con l’alterità animale significa gettare un’ipoteca sull’antropo-poiesi.

D’altro canto con la zooantropologia non solo si diminuisce la distanza che separa la nostra specie dalle altre ma si afferma il carattere insostituibile della presenza animale nella vita dell’uomo o, meglio, nella definizione dell’essere umano. Prende corpo cioè l’idea che la referenza animale sia indispensabile per la realizzazione della persona nelle sue diverse componenti espressive, formative e assistenziali. Se pertanto la biologia evoluzionista ha rivendicato un legame filogenetico tra uomo e animale, la zooantropologia sottolinea un nesso altrettanto forte, ma questa volta di tipo ontogenetico, posto nel cuore stesso del nostro essere umani: nel divenire uomo."

Franz




Raga'.......mi sono rotta la capoccia leggendolo.....e dire che in italiano avevo dieci .....trovo in questo scritto tanto fumo e poco arrosto......il tutto scritto con una gran enfasi ricca di parolone poco usate nel nostro umile vocabolario di persone umane e quindi sotto certi punti di vista incomprensibili se non si ha un dizionario a portata di mano.... piu' chiara e comprensibile la definizione di ekopedia che in due parole ha spiegato questa Divina Commedia [SM=x113213]



it.ekopedia.org/Zooantropologia


[SM=g27822]



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